lunedì 18 marzo 2013

LA CUOCA DI LENIN E IL CAPO-CUOCO CON I BAFFI

 
Si attribuisce a Lenin la previsione che – a rivoluzione comunista compiuta – lo Stato “potrà essere diretto da una cuoca”.

In “Stato e rivoluzione” (1917 – cap. VI) precisa, polemizzando con Kautsky, le caratteristiche del parlamento nella fase intermedia del socialismo, secondo le linee desunte da Marx ed Engels dall’esperienza della Comune di Parigi (1870):

“ 1) non soltanto eleggibilità ma anche revocabilità ad ogni istante;

2) stipendio non superiore al salario di un operaio;

3) passaggio immediato ad una situazione in cui tutti assumano le funzioni i controllo e di sorveglianza, in cui tutti diventino temporaneamente dei ‘burocrati’, e quindi nessuno possa diventare un ‘burocrate’.

 Il socialismo reale ha poi visto la presenza in cucina di un capo-cuoco dai pesanti baffi, tale Stalin, ed una scarsa revocabilità degli eletti, fino alla gerontocrazia spinta di Andropov e Cernenko.

Dove ci possono portare le profezie di Casaleggio sul potere ai cittadini-in-rete e l’elettrificazione di tutti i web?

 

1 commento:

  1. ¿portare? da nessuna parte. si vedrá dalla prossima elezione. e il comico tornerá a ridere. di sé stesso.

    RispondiElimina