- vietare (e non solo ‘non incentivare’) pratiche assurde come la copertura delle aree agricole con impianti fotovoltaici, quando ci sono milioni di ettari disponibili sui tetti dei fabbricati esistenti e su quelli da sostituire (la redditività dei suoli agricoli va nel contempo comunque sostenuta con ben altri strumenti, per le sue specifiche finalità ambientali ed anche alimentari);
- subordinare gli incentivi per gli impianti eolici al rispetto delle direttive paesaggistiche;
- rendere permanenti gli incentivi per la riqualificazione edilizia (attuale 36%) e per il risparmio energetico (55%), con una programmazione pluriennale che articoli meglio gli scaglioni di agevolazione (anche diminuendone alcuni nel tempo, ma con congrui preavvisi), in modo tale da privilegiare gli interventi più incisivi, anche se costosi, e soprattutto cercando di creare reciproche convenienze tra imprese e proprietà diffuse, anche condominiali, per aggredire il grosso dell’edilizia dequalificata ed energivora realizzata nel secondo ‘900 (senza di che diviene improbabile raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2: vedi in merito anche le sollecitazioni del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. –“Urbanistica Informazioni” n° 232/2010);
- i possibili incentivi con gli indici edilizi vanno gestiti esclusivamente DENTRO i piani urbanistici, in funzione di specifici progetti di rinnovo urbano, e non a pioggia CONTRO i Piani (come nel cosiddetto “Piano-Casa”, il cui sostanziale fallimento in funzione anti-ciclica, non ne esclude la potenziale pericolosità, in una fase congiunturale diversa)
P.S. - molto valide le risposte dell'INU (a cura di Ombuen, Pareglio ed altri) ad un questionario del CNEL in materia - vedi su Urbanistica Informazioni nª 24372012.
P.S. - molto valide le risposte dell'INU (a cura di Ombuen, Pareglio ed altri) ad un questionario del CNEL in materia - vedi su Urbanistica Informazioni nª 24372012.
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